Il Duomo visto dal Caffe' delle Oblate |
Ecco - come promesso - una veloce sintesi del mese appena trascorso, in tre brevi post
Cominciamo con una trasferta di lavoro fiorentina a inizio mese. Trasferta difficile, perche' si trattava di stare per tre giorni in uno stand con 8 modelli e una modella. Ora, siccome siceramente in proporzione la modella a mio parere era piu' bella dei modelli, e io e la mia collega ci sentivamo un tantino "fuori contesto" voi capite bene che la sera toccava bere, per superare l'imbarazzo. E quindi ne abbiamo approfittato per qualche giro eno-gastronomico in citta'. La prima sera, siamo tornate in un posto in cui io sono ormai quasi di casa: Coquinarius e' un grazioso winebar (che da poco ha cambiato sede, trasferendosi di pochi numeri civici sempre in via delle Oche) che propone una cucina semplice a base di crostoni, carpacci ma anche qualche piatto caldo. Molto soddisfacente il piatto di "stuzzichini" misti - tra cui del buonissimo pate' di fegatini - che gentilmente lo chef ha adattato alla mia esigenza di evitare il glutine. Volendo bere toscano ma non amando troppo il sangiovese, abbiamo deciso di tentare con un Pinot Nero toscano davvero interessante, il Ventisei della cantina Il Rio. Pinot Nero in Toscana? Ebbene si, ho scoperto che c'e' anche un'associazione che raggruppa questi temerari viticoltori, e devo dire che a me i risultato e' piaciuto parecchio.
La sera dopo, facciamo un salto da Ub per una simpatica degustazione con diversi produttori toscani, e poi arranchiamo fino alle sponde dell'Arno sulla via Faentina per raggiungere Pane e Olio: un "neobistrot" ospitato in un piccolo villino proprio sul fiume, con una sala minuscola (meno di 20 coperti) e una cucina in proporzione, dove il sommelier Gianluca Gafforio e lo chef Aldo Ventre propongono una cucina giustamente moderna, molto ben fatta (con attenzione alle materie prime, a cominciare alle farine con cui vengono fatti pane, focaccia e paste fresche, quelle del Molino Sobrino) accompagnata da una curata scelta di vini (e birre). Ci avevano parlato bene di questo posto, e le attese sono state completamente soddisfatte: io ho scelto l'aringa con patate e il baccala con barbabietole e melograno, con la deliziosa pelle croccante. Molto buono anche il dessert, la pera al Barolo con quenelle di ricotta.
Il giorno dopo, colazione - sulla strada per la Fortezza Da Basso - da Fedora, con un buonissimo dolce al cioccolato e lamponi realizzato da Simone De Castro e gli allievi della scuola di cucina internazionale Apicius. Fedora e' infatti parte integrante del programma formativo, ma e' anche un'ottia pasticceria dove fermarsi per la colazione, una ricca merenda o un assaggio della cioccolateria della casa.
La sera, cena itinerante Oltr'Arno tra aperitivi, calici di vino e musica live. Prima tappa dalle Volpi e l'Uva una graziosa enoteca che pero' purtroppo chiude alle 21, cioe' esattamente 10 minuti dopo il nostro arrivo. Quindi, dopo un calice di Lagrein e qualche assaggio (prosciutto, pane burro e alici) andiamo in cerca di altro da bere e da mangiare: capitiamo al Santino, un locale minuscolo e graziosissimo, in realta' appendice dell'adiacente ristorante Il Santo Bevitore: noi non vogliamo sederci e fare cena ma solo bere e spizzicare qualcosa, quindi e' l'ideale. Molto carina la formula dei vini alla mescita abbinati a dei piccoli assaggi, che siano olive, salumi o crostini. Buonissime le polpette, preparate nella cucina della casa madre, bellissima a vedersi la vellutata di cavolo viola (ho provato a replicarla ma e' stato un disastro!). Infine, puntata al Volume per il bicchiere della staffa (da me versato sulle gambe di un compagno di tavolo.... ) e dell'ottima musica dal vivo. E con questo, concludiamo la trasferta fiorentina, dopo un'insolita, gustosa ed economicissima pausa pranzo in compagnia in una rosticceria indiana.
Nessun commento:
Posta un commento