Il Vesuvio visto da Andy Warhol |
Il lavoro - l'altro lavoro - e le origini mi chiamano: e' tempo di passare qualche giorno a Napoli, e soprattutto di fare un giro intorno al Vesuvio, in piu' tappe.
La domenica sera, vado finalmente a mangiare la pizza da Ciro Salvo al Masse' di Torre Annunziata. Ok, dovrei dire LE
pizze. Tre pizze in due, e ne avremmo mangiate ancora se non fosse che
io dovrei stare lontana dal glutine. Ma come si fa? Se vale la regola
(autodecisa) che ingerisco glutine solo quando ne vale la pena, questo
e' decisamente il caso. Assaggiamo, nell'ordine, una fantastica margherita con i pomodori di Gennaro Esposito (cioe',
coltivati nei terreni di famiglia a Vico e da lui lavorati e messi in
barattolo) che Ciro sta sperimentando in anteprima. Meno male che
abbiamo il beneplacito della chef, e possiamo assaggiare questa delizia!
I pomodori hanno un sapore talmente esplosivo che quasi levano la scena
all'impasto, ma e' lui il vero protagonista delle pizze di Ciro Salvo,
con un'idratazione spinta oltre i limiti dell'immaginazione (da cui la
consistenza eterea) e una lievitazione a temperatura ambiente fino a 18
ore. Spettacolo. Proseguiamo con la "pizza dell'Alleanza", a base di prodotti presidio Slow Food e gia' proposta al Salone del Gusto: cipolla ramata di Montoro, lardo di Colonnata e Conciato Romano con 6 mesi di stagionatura.
La dolcezza della cipolla si sposa alla perfezione con la sapidita' del
lardo e l'intensita' del formaggio, smussata dalla stagionatura
limitata. Fantastica. Arriva poi quella con carciofi pugliesi, olive taggiasche e pancetta friulana.
Appena un po' troppo sapida quest'ultima, ma nel complesso una grande
pizza anche questa. Noi saremmo andati anche avanti, che' queste pizze
non te le senti sullo stomaco ne' al momento ne' il giorno dopo, ma
meglio non esagerare... non piu' di cosi' almeno!
Il giorno dopo, breve sosta a San Giuseppe Vesuviano a trovare Alfonso Prisco nella sua bella bottega gastronomica Alfonso Living Food - e che non assaggi la mozzarella, la provola, il prosciutto, la frittata di maccheroni... - e dunque arriviamo gia sazi a Palma Campania, per sederci alla tavola di Pietro Parisi all'Era Ora. Che bello, un locale di provincia elegante senza essere pacchiano, che tiene sotto lo stesso tetto sia un ristorante gourmet che una pizzeria, che condividono la stessa filosofia (attenzione alle materie prime, attenzione al recupero di prodotti e tradizioni...) e gli stessi prezzi. 20 euro per il menu degustazione di pizze e assaggi di cucina, 20 euro per il "menu dell'Alleanza" (sempre con prodotti Slow Food), poco di piu' per mangiare alla carta. Noi scegliamo naturalmente l'ormai famosa parmigiana nel vasetto: le melanzane - nella stagione giusta - vengono cotte al vapore e conservate nei boccaccielli. Al momento dell'ordine si aggiunge la mozzarella e si passa in forno, e il risultato e' cremoso, leggero e saporitissimo. Buono e divertente il "confronto tra tonni artigianali" (pollo, coniglio e palamito) e la zuppa di erbe da campo invernali con polpette di pane cafone e scorzette di formaggi locali (nel mio caso, senza polpette ma con dei ravioli di pollo).
indirizzi di tutto rispetto, le prelibatezze sono assicurate!
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