Assaggi, viaggi e pensieri di una giornalista gastronomica / Tastings, travels and thoughts of a food writer
lunedì 25 luglio 2011
Cosa c'e' di nuovo (o comunque di buono) a Londra/3 : The Hand & Flowers
Un pub con una stella Michelin? Oh yeah. Anzi, si vocifera che le stelle potrebbero addirittura passare a due per il locale dello chef Tom Kerridge, forse anche in seguito al vittorioso passaggio televisivo sulla BBC al programma The Great Bristih Menu in squadra con Paul Ainsworth.
Eppure si tratta di un pub a tutti gli effetti, come ce ne sono tanti nella campagna inglese.
Solo che Marlow - grazioso villaggio nella contea del Buckinghamshire dove vissero di passaggio durante la loro fuga anche i due amanti Mary e Percy Bysshe Shelley - e' un piccolo gioiellino lungo il Tamigi, a un'oretta da Londra, e in effetti la cucina del The Hand and Flowers non e' esattamente quella che ci aspetterebbe di trovare in ogni pub inglese. Tutto il resto, pero', e' piu' o meno average, dall'ambiente (un antico Inn con travi a vista, tavoli di legno apparecchiati con appena un po' piu' di cura, bancone a cui andare ad ordinare le birre...) e i prezzi sono piuttosto ragionevoli (noi abbiamo pagato circa 120 sterline in tre comprese le bevande, diciamo 50 euro a testa per un pranzo piu' che abbondante), il che rende la sosta in questo locale decisamente interessante.
Quando arrviamo a Marlow purtroppo piove - a luglio... - e non abbiamo la possibilita' di fare un giro per il paese, d'altro canto siamo in perfetto orario per il "turno" delle 12,30 il locale e' fully booked e non possiamo farci scappare il tavolo. Ci sediamo, e iniziamo subito nel migliore dei modi (a parte il fatto che non c'era sidro ne' alla spina ne' in bottiglia, il che e' abbastanza strano per un pub inglese, ma per me decisamente non era un gran problema!) con un "benvenuto" di pesciolini fritti con salsetta rosa e un ottimo soda bread al pepe nero appena sfornato, con il burro d'ordinanza.
Come starters, ordiniamo: tartelletta di quaglia con olive verdi, indivia e groviera invecchiato per me (buona anche se non completamente equilibrata nei sapori, con le olive un po' troppo invadenti; devo dire che nel confronto con l'antipasto a base di quaglia assaggiato qualche mese prima al Pollen Street Social vince decisamente l'escabeche di quaglia con crema di fegatini di pollo noci e semi di Jason Atherton), una versione originale e riuscita delle moule marinieres (con cozze sgusciate e e salsa cremosa) e la buonissima zuppa di prezzemolo con aringa affumicata, bacon e tortellino al parmigiano, guarnita da fiori di borragine e un filo d'olio extravergine d'oliva. Vorrei averla presa io!
E veniamo al pezzo forte del menu: io e mia sorella ci lasciamo tentare da uno dei piatti con cui lo chef ha conquistato al giuria televisiva, che lei ricordava ma non nei dettagli.... e andiamo per il Roast Hog con le salt baked potatoes e la salsa alle mele che, come richiesto dal regolamento del programma della BBC doveva essere un piatto conviviale della tradizione inglese, dunque da dividere almeno in due. I Laguiole colorati che arrivano in tavola ci mettono di buon umore, ma quando la cameriera viene a fare spazio sul tavolo levando praticamente tutto quello che c'era al centro iniziamo spaventarci. E in effetti, il tagliere con il maiale occupa quasi tutto il tavolo. In piu', c'e' il piatto con le patate. Ma andiamo con ordine. Sul tagliere, appunto, invece di ritrovarci il maiale intero con tanto di mela in bocca che a quel punto ci saremmo aspettate, c'e' una sorta di "suino scomposto": la pancetta circondata dalla sua bella coccia croccante e lucente come si deve, un piedino ripieno di carne macinata insaporita con spezie e fromaggio (buona ma bella intensa, e devo dire che non sono esattamente una feticista in tema di piedi di bestie....) e due cubi panati e fritti...che si sono rivelati la cosa piu' buona del piatto: crocchette di testina di maiale, croccanti fuori e morbidissime - scioglievoli direi - dentro, in grado di fare concorrenza alle mitiche polpette di bollito di Cesare a Roma. Il tutto, da accompagnare con la delicata salsa di mele e con la tradizionale gravy, saporita ma non eccessivamente grassa e pesante come di solito avviene. D'altro canto, lo chef e' famoso anche per le sue salse home made, come anche quella che condisce la fresca insalata servita per contorno.
Ma non ci dimentichiamo delle patate! Che arrivano dentro a...una pagnotta. Vengono cotte tutte intere dentro a un involucro di pasta di pane per conservare l'umidita' e il sapore, e il risultato e' interessante anche se l'impresa di tirarle fuori con il forchettone d'ordinanza non e' delle piu' semplici. La presentazione del piatto, nel complesso, pero e' decisamente suggestiva!
Per il terzo commensale, la Chateaubriand di Lancashire Beef con lo Yorkshire Pudding e patate arrosto in salsa al vino rosso forse si rivela una scelta poco entusiasmante, anche se cotta alla perfezione.
A questo punto saremmo stati anche sazi, ma abbiamo ceduto ad un dolce in tre... Pero' volevamo qualcosa di non troppo pesante cosi' tra le varie proposte scegliamo il Souffle' di lamponi con gelato al Muscovado e salsa di menta, pronto appena in tempo per l'orario in cui dovevamo lasciare il tavolo. Raramente sono stata piu' soddisfatta della scelta del dessert al ristorante (spesso i dolci mi deludono e mi fanno rimpiangere di non aver preso l'altro tra cui ero indecisa...). Il souffle' era f-a-n-t-a-s-t-i-c-o! Morbido, leggero, soffice, saporito.... la salsa di menta, commovente: leggera e intensissima di sapore al tempo stesso, rinfrescante, un accompagnamento perfetto al souffle'. Il gelato era buono, ma l'abbiamo lasciato senza troppi rimpianti al nostro gentile accompagnatore che aveva subito la nostra scelta dopo averci scarrozzate fino a Marlow nella sua fiammante Mini rossa.
THE HAND AND FLOWERS
126 West Street
Marlow
SL7 2BP
Tel: +44 (0)1628 482 277
www.thehandandflowers.co.uk
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Non capivo cosa fossero i laguiole .. I coltelli! Bel ricordo di una giornata piovosa
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