Riporto un comunicato stampa su un argomento che mi sembra interessante (a cura di: Dragonetti&Montefusco Comunicazione). La certificazione e' una reale garanzia o solo un modo per lucrare sulla (s)fiducia dei consumatori? Devo dire che nel caso della ristorazione collettiva, mi sembra una buona idea....
Milano, luglio 2011 – È possibile mangiare bene in ospedale? È davvero pensabile avere un pasto nutriente, sicuro e adeguato riducendo i costi? Possiamo fidarci dei pasti serviti nelle mense scolastiche?
A tutte queste domande risponde la prima certificazione italiana di RistorAbilità assegnata da ICIM, Ente di certificazione indipendente italiano, al servizio di ristorazione dell’Ospedale Cardinal Massaia di Asti (già da alcuni anni impegnato nel progetto 2Q, Qualità Quotidiana, un pionieristico percorso di qualità applicata alla ristorazione ospedaliera)
La RistorAbilità valorizza le aziende capaci di gestire in modo sostenibile ogni aspetto che riguardi la ristorazione: dalla progettazione dei menu alla gestione delle risorse, dallo smaltimento rifiuti al trasporto.
Nello specifico, la certificazione risponde a cinque valori di sostenibilità, che toccano l’intero ciclo di vita dei prodotti. Di importanza fondamentale è il concetto di stagionalità: una ristorazione veramente sostenibile non rinuncia in alcun modo alla bontà dei piatti, ma la esalta con prodotti freschi, genuini e rigorosamente di stagione, sempre con un’attenzione particolare alla salute e alle esigenze dietetico-nutrizionali degli utenti. Si tratta di temi quanto mai attuali dopo l’entrata in vigore, a marzo, delle “Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione ospedaliera e assistenziale” varate nel 2010 dal Ministero della Salute, che considerano il cibo un vero e proprio strumento terapeutico – quindi parte integrante della cura - in grado di diminuire il tempo di degenza di un paziente.
Un altro importante criterio di valutazione è la sostenibilità ambientale, dall’uso di mezzi ecocompatibili per il trasporto alla riduzione dei rifiuti e all’utilizzo efficiente di acqua ed energia, con conseguente lotta agli sprechi e contenimento dell’impatto sull’ambiente. Risultati ambiziosi ma raggiungibili attraverso una reale spinta all’innovazione, con l’obiettivo di coniugare tradizione e ricerca, tenendo ben ferma l’attenzione sulla sostenibilità economica. Tutela della sicurezza e della salute si ritrovano, infine, anche nell’ampio concetto di responsabilità sociale, elemento che prende in considerazione soprattutto gli aspetti legati alle condizioni dell’ambiente di lavoro, a tutela anche dei dipendenti.
Lo schema RistorAbilità, messo a punto da ICIM, tiene in considerazione anche le Linee Guida per la ristorazione scolastica del Ministero della Salute (maggio 2010), il “Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della PA”, varato nel 2008 dal Ministero dell’Ambiente e le “Linee guida Iso 26000 per la responsabilità sociale d’impresa”. Lo schema è inoltre integrabile con le norme internazionali su qualità, ambiente, sicurezza e igiene degli alimenti e rintracciabilità. Immediato, infine, il parallelo con settori analoghi, come le etichette biologiche o il commercio Equo e Solidale.
Tanti, quindi, i vantaggi di una certificazione di RistorAbilità, sia per i singoli che per la collettività: per gli utenti è una garanzia in più di avere un’alimentazione buona, sana, varia, rispettosa dell’ambiente e del territorio, tutti fattori che aiutano a effettuare una scelta più consapevole; per l’azienda, uno strumento distintivo rispetto ai concorrenti, che genera fiducia da parte del mercato; per il mondo del lavoro si traduce in maggior trasparenza nelle relazioni industriali, oltre che per i lavoratori stessi; per l’ambiente, infine, contribuisce alla riduzione degli impatti negativi e alla valorizzazione delle specificità locali, con conseguente sostegno alle economie territoriali.
Il valore crescente che il mercato riconosce ai temi della sostenibilità è sempre più legato al diversificarsi delle esigenze e delle richieste – legate a motivi etici, religiosi, etnici o semplicemente di preferenze - e anche dei rischi di una frequente alimentazione fuori casa - obesità, intolleranze, malattie metaboliche, per citarne alcune - che non sempre permette di esercitare un vero controllo su quello che si mangia. Un tema che direttamente o indirettamente tocca e coinvolge decine di milioni di italiani (8 milioni secondo gli studi Angem-Fipe, oltre 5 dei quali in aziende, scuole, ospedali e altre socialità, 2 milioni i bambini).
Dice Gaetano Trizio, Amministratore Delegato ICIM Spa: “RistorAbilità è il primo strumento in grado di valutare il servizio di ristorazione considerando allo stesso tempo qualità, salubrità e sostenibilità ed esprimendo il valore sociale dell’assunzione di responsabilità nei confronti della vita e del benessere delle generazioni di oggi e di domani. Siamo orgogliosi di aver contribuito, con il nostro schema di certificazione, a muovere un primo, importante passo verso l’affermazione in Italia di queste buone prassi.”
L’ospedale Cardinal Massaia è, dunque, solo il primo di tante realtà che possono ottenere la certificazione di RistorAbilità: ospedali, scuole, mense pubbliche e private e tutte le aziende che si occupano di ristorazione fuori casa possono infatti farsi riconoscere o mettere a punto il proprio percorso di sostenibilità, basato sul rispetto della salute, del benessere collettivo e del territorio.
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