sabato 11 agosto 2012

Sapori d'Oriente 1 / Cambogia

frutta esotica al mercato

Devo fare due premesse prima di iniziare il racconto gastronomico del mio ultimo viaggio (sono appena tornata) in Cambogia e Vietnam.
1) Il mio primo viaggio e' stato in Thailandia, di cui ricordo - sono passati esattamente 32 anni - i mercati galleggianti, l'Irish Coffee (guardato, non bevuto ma probabilmente assaggiato) preparato al bar dell'hotel e il fatto che gia' all'epoca preferissi una grigliata di carne alla cucina orientale; 2) il mio primo ricordo "gourmet" invece risale ad un viaggio in Kenia, l'unico in cui sia dimagrita in tutta la mia vita a causa della pseudocucina italiana proposta nei villaggi dove soggiornavamo; ma che meraviglia la scoperta dell'aragosta alla thermidore (con la besciamella, una zozzeria che oggi probabilmente mi rifiuterei di mangiare, ma quanto era buona!!) sulla spiaggia di Watamu, per non parlare dello chiccosissimo ristorante di Nairobi dove mio padre ci porto' quando sapemmo che il nostro volo era rimandato di circa 20 ore, e dove scoprii la meraviglia del cestino dei panini caldi con il burro alle erbe.

Insomma, questo per dire che da sempre per me i viaggi sono legati anche al cibo, ma pure che da sempre ho preferito l'Africa all'Asia, anche in cucina. Nonostante la (le) cucina orientale sia innegabilmente piu' complessa e raffinata di quella africana o mediorientale, continuo a preferire il couscous ai noodles, e preferisco essere stesa da una vagonata di cumino piuttosto che dall'onnipresenza del lemongrass. Detto questo, il viaggio e' stato comunque molto interessante anche dal punto di vista gastronomico, e soprattutto la Cambogia mi ha sorpreso con molte insospettate scoperte mangerecce, tanto per quel che riguarda lo street food che i ristoranti piu' raffinati.

Cominciamo con l'ottima cena all'Angkor Palm (uno dei pochi suggerimenti giusti della Lonely Planet), dove il menu degustazione a 14 dollari (per due!) ci ha introdotto alle specialita' della cucina cambogiana, in attesa di visitare i meravigliosi templi di Angkor il giorno seguente: gli "involtini primavera" freschi, l'insalata di mango con pesce affumicato, le costolette di maiale salsa al miele e spezie, il curry di pollo, i fantastici morning glory (spinaci d'acqua) con salsa alle ostriche e la gloria culinaria nazionale, l'amok (una specie di curry al cocco) di pesce. Tutto buonissimo, incluso il dessert a base di banana e quinoa. Per il resto la cittadina di Siem Reap - base di partenza per le visite ad Angkor - si e' rivelata una piccola oasi di divertimento di stampo occidentale (poco caratteristico ma piacevole, tocca ammetterlo) con pub che servono birra a fiumi e cocktail e locali di ogni genere, centri benessere dove farsi fare la pedicure dai pesci e perfino il caffe' illy!
insalata di mango e fresh springrolls all'Angkor Palm

Una spericolata corsa notturna in bus ci ha portato fino a Sianhoukville, localita' marinara sulla costa della Cambogia che non e' ne' un paradiso tropicale come le isole al largo della Thailandia, ne' un postaccio come alcune localita' costiere vietnamite. Piuttosto, un angolo di relax e mare in salsa fricchettona, dove ci trovi giovani viaggiatori zaino in spalla e tanti expat che apporfittano del costo della vita piu' basso in assoluto, del bel mare (anche senza spiagge paradisiache) e dei ritmi rilassati. Insomma, il posto ideale dove fermarsi per un paio di giorni di relax, e forse il tempo incerto che ci ha impedito di andare a fare le gite alle piccole isole vicine (pare bellissime) non e' stato poi cosi' negativo, considerando anche il carinissimo bungalow del Cloud9 affacciato sul mare. Anche sul versante culinario, la sosta a Sianhoukville e' stata interessante. Uno dei ricordi migliori del viaggio sono le cicale di mare bollite vendute dalle donne sulla spiaggia, aperte al momento e condite con sale, pepe e lime. A proposito di pepe: qui abbiamo scoperto quanto e' buono il Kampot Pepper, specialita' locale con tanto di bollino IGP. In Europa si trova nella versione rossa e nera, ma la cosa migliore sarebbe mangiarlo verde, ancora fresco, usato per insaporire ottime salse come quella che accompagnava i deliziosi granchi mangiati al ristorantino sulla spiaggia.
granchio al Kampot pepper

Il tutto innaffiato da abbondanti dosi di Angkor, la birra locale che viene prodotta proprio nello stablimento di Sianhoukville. Noi pero' ci eravamo portati anche una piccola scorta di birra italica, che abbiamo condiviso con il ragazzo scozzese che lavorava al Cloud9, in evidente astinenza da luppolature massicce. 

brindisi internazionali

Interessante anche la cena al Cabbage Garden (altro suggerimento azzeccato della LP), locale decisamente poco turistico - eravamo gli unici occidentali e lo staff non sembrava troppo felice di avere a che fare con gente che non sapesse nemmeno come si mangia il riso - dove abbiamo assaggiato buoni piatti di cucina di pesce locale, incluso un bel pescione allo zenzero.

Finita la pacchia, siamo andati a Phnom Pehn, la caotica capitale della Cambogia, dove abbiamo fatto la piu' interessante esperienza gourmet da Romdeng.  Ospitato in una bellissima villa e arredato con grande gusto orientale, Romdeng non e' solo un ottimo ristorante dove assaggiare cucina cambogiana creativa contemporanea (come il pesce del lago Tonle' alla griglia con mostarda e germogli di fagioli sottaceto o le melanzane alla griglia con maiale e coriandolo) e alcuni insoliti piatti della cucina "tipica" come i croccanti ragni fritti con salsa al lime e pepe (li ho assaggiati? si. Mi sono piaciuti? Diciamo che non fanno schifo come pensavo ma non li riordinerei, come qualcun altro invece farebbe!) ma anche parte di un progetto per aiutare i ragazzi di strada a trovare un lavoro che li gratifichi e gli garantisca una vita sicura, messo in piedi fin dal 1994 dalla ONG Mith Samlanh

melanzane e maiale

i piatti del Romdeng
crispy tarantulas!
frutta tropicale, tra cui mango, passion fruit e il bellissimo Dragon Fruit

Visti i risultati direi che la prossima apertura di un altro ristorante -oltre ai diversi gia presenti in tutto il Paese - a Siem Reap e' un'ottima notizia! Tra parentesi, grazie a twitter ho appena scoperto che lo chef inglese Stevie Parle ieri era da Romdeng per girare una puntata del suo nuovo programma TV sulle spezie!

4 commenti:

  1. Ok allora vada per le melanzane e anche per i granchi al pepe verde dop. Ma i ragni fritti e le cicale...... erano di allevamento o selvatici? E la frittura dei ragni nasconde i peli o e' un fritto peloso, dato che non Mi sembra fossero in pastella.... :-)
    Ultima curiosità: come mai dici curry al pollo e non viceversa? Tante sono le curiosità per un viaggio che deve essere stato interessantissimo e affascinante. Aspettiamo ancora racconti... E magari qualche assaggio!

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  2. Ops, mi e' sfuggito di aggiungere "di mare" alle cicale...insomma, roba normale che ci mangiamo anche noi ;) sui ragni (e le cavallette che abbiamo assaggiato ad Hanoi) ce lo siamo chiesto, chi fosse il "fornitore"... !!
    Le tarantole erano un po' pelosette in effetti! Riguardo al curry.... in Asia per curry non si intende la spezia, ma il piatto (di solito una salsa/zuppa a base di un mix di spezie - curry o cari, come lo chiamano a Mauritius - e un elemento centrale che puo' essere pesce o carne di vari genere) quindi in questo caso curry di pollo :)

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