domenica 5 maggio 2013

Il caffe' e' una cosa seria... a Napoli!

 
Sveglia a Napoli con un bel caffè e il Vesuvio in lontananza! Può esserci colazione migliore?
Un paio di settimane fa sono riuscita finalmente a passare a  Napoli, la mia citta', qualche giorno in piu' rispetto al solito visto che negli ultimi anni ci vado sempre di corsa. E mi sono potuta concedere di dedicarmi alle tre cose che di Napoli mi mancano di piu': il mare (erano i giorni dell'America's Cup!), la pizza (da Gianfranco Iervolino, buonissima!) e soprattutto il caffe! Questa volta infatti, ero in missione per Mogi, una ottima marca di caffe' con sede a Bergamo, che tra le tante iniziative legate all'arte e alla comunicazione ha lanciato il progetto [c'è] aria di caffè. E cosi', eccomi alla prese con un reportage per parole e immagini sul caffe' a Napoli!



Napoli ha il mare dentro! È da poco finita la America's Cup e l'Italia ha vinto con Luna Rossa!

Adoro Roma, ma svegliarsi guardando il golfo e la sagoma del Vesuvio è un'altra storia! Se poi c'è anche chi mi prepara un buon caffè... E possiamo anche festeggiare la vittoria di Luna Rossa all'America's Cup, che nei giorni scorsi ha richiamato tantissima gente e ha fatto parlare di Napoli nel mondo, una volta tanto, per una cosa positiva. Il caffè a Napoli è una vera istituzione ed è un mondo pieno di usanze, tradizioni aneddoti.
Per esempio, in alcuni bar – come allo Chalet Ciro a Mergellina - il caffè viene servito ancora già zuccherato: se lo volete amaro, sta a voi specificarlo!

Dolce e bollente: il caffè a Napoli si beve così! Da Chalet Ciro a Mergellina
Inoltre, latazzina viene sempre servita con accanto un bicchiere d'acqua, senza bisogno di chiederlo. L'acqua va bevuta prima, per pulire la bocca e prepararla a gustare il caffè e non dopo! Altrimenti, vuol dire che non era tanto buono... Nel locale di Sal De Riso, il famoso pasticcere della Costiera Amalfitana, al caffè (e ai dolci) è dedicato anche un quadro.

Tazzina di caffè e bicchiere d'acqua, da bere rigorosamente prima. Da SalDeRiso e in ogni bar di Napoli

Una volta in ogni casa di Napoli c'era a cuccumell', la tipica macchinetta napoletana celebrata anche da Eduardo de Filippo nella sua commedia Questi Fantasmi.

La cuccumella, un rito ormai in estinzione del caffè a Napoli

Ormai sono in pochi a prendersi il tempo di preparare il caffè in questo modo, ma alla Caffettiera in piazza de' Martiri, uno dei locali storici di Napoli in una delle piazze più eleganti della città, oltre ad ammirare la bellissima collezione di "napoletane" di tutte le fogge e dimensioni è anche possibile ordinare il proprio caffè fatto con la cuccumella: una meraviglia!


                                    La collezione di caffettiere napoleane alla Gran Caffettiera

Probabilmente non è vero (o almeno, non lo è più) che la bontà del caffè partenopeo dipenda dall'acqua. Piuttosto, a Napoli siamo abituati a una tostatura più intensa, a una buona percentuale di Robusta (meno pregiata dell'Arabica, ma se ben tostata dà carattere al contenuto della tazzina!) e soprattutto... ... a bere il caffè dalla tazzina bollente! Se provate a lamentarvi, il barista vi spiegherà che è così che va bevuto, e non ci sono ma. Ed è proprio lui, alla fine, il "fattore umano" a fare la differenza! Al Gran Caffè Cimmino, uno dei bar più noti della città, i baristi sono rapidi, efficienti e sempre gentili: doti fondamentali!
      Uno dei segreti del caffè a Napoli: il barista! Qui siamo al Gran Caffè Cimmino


A Napoli il caffè – inteso sia come bevanda, sia come locale – ha anche un grande valore storico e culturale. Il Gran Caffè Gambrinus,affacciato sulla celebre piazza del Plebiscito, è nato nel lontano 1860 e ha accompagnato gran parte della storia culturale e politica della città. Nelle belle sale in stile Liberty si riunivano in passato personaggi come Benedetto Croce, Matilde Serao, Totò, Eduardo De Filippo, ma anche illustri ospiti stranieri come Ernest Hemingway o Jean Paul Sartre.
 
            Una delle sale piene di storia del  Gran Caffè Gambrinus, luogo culto del caffè a Napoli

Qui faceva colazione con sfogliatella e caffè anche il commissario Ricciardi, il protagonista dei romanzi polizieschi dello scrittore Maurizio De Giovanni, ambientati negli anni '30. Per poco - finzione a parte – non avrà incrociato il Maestro Giovanni Fummo, storico barista del locale che già qualche anno fa ha festeggiato i 12 milioni di caffè fatti! 


Record del caffè a Napoli: il Maestro Giovanni Fummo del Gran Caffè Gambrinus ha superato i 12 milioni di tazzine fatte!
Altra istituzione del caffè napoletano è Scaturchio, nel cuore del centro storico. Anche se ormai la proprietà non è più quella storica, resta un rito imperdibile sedersi ai tavolini in piazza San Domenico Maggiore per sorseggiare un caffè accompagnato da un Ministeriale, medaglione di cioccolato con un lussurioso ripieno cremoso leggermente alcolico frutto di una ricetta conservata gelosamente. Pare che sia nato all'epoca dell’Unità d’Italia: Francesco Scaturchio, fondatore della pasticceria, creò questo particolare cioccolatino per conquistare una sciantosa (artista del Cafè Chantant) di cui era innamorato. Il gustoso cioccolatino divenne ben presto un favorito anche delle tavole reali, ma prima fu necessario superare una lunga trafila burocratica di ministero in ministero, da cui prende il nome!


                            caffè e Ministeriale da Scaturchio: un rito da non perdere a Napoli!

Lasciamo Napoli con il racconto di un'altra bella tradizione, da poco tornata in auge visti i tempi difficili per tutti: il caffè sospeso. Secondo l'antica usanza napoletana, se qualcuno aveva qualcosa da festeggiare, o semplicemente era ben disposto, lasciava pagati due caffè al bar: uno era quello consumato, l'altro era offerto a chi fosse venuto dopo e non avesse avuto i soldi per pagarlo. Un gesto da poco, che dice tanto.

2 commenti:

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